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Bimbi

Primi passi…impariamo a camminare insieme

Foto di Alexandr Podvalny da Pexels

Nel primo anno di vita, quando si hanno innumerevoli “prime volte”, assistere, per la prima volta, ai primi passi in autonomia del proprio bambino sembra essere per i genitori il traguardo fondamentale, da raggiungere il prima possibile. È un’emozione enorme!

Ma questa voglia di vedere il proprio bambino in piedi e camminare da solo, spesso porta l’adulto a compiere errori e a cadere in atteggiamenti o acquisti non adeguati.

Cosa succede prima di imparare a camminare?

Il bambino, prima di mettersi in piedi e muovere i primi passi da solo, vive un lungo percorso che, dalla nascita, dai primi movimenti e dalle prime esperienze, lo porta a imparare a muoversi nello spazio. Questi spostamenti sono sempre finalizzati a un obiettivo: per raggiungere una persona, un oggetto di suo interesse, un gioco, etc…mosso sempre dalla curiosità e dalla sete di conoscenza.

È importante dunque metterlo nelle condizioni di poter fare e sperimentare.

Prima di imparare a camminare il bambino può spostarsi nel suo ambiente di gioco e di vita quotidiana rotolando, strisciando, sulla schiena o, verso gli otto mesi, gattonando. La maggior parte dei bambini si sposta nello spazio con queste modalità; ma non tutti lo fanno. I diversi tipi di spostamento consentono infatti al bambino di muoversi in autonomia per raggiungere l’obiettivo di suo interesse, e di sviluppare in maniera adeguata i muscoli degli arti e tutte le competenze necessarie al raggiungimento della deambulazione autonoma.

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Quando inizia a camminare il bambino?

In generale si inizia a camminare intorno al compimento del primo anno di vita.

Tuttavia, vi è, come per la maggior parte delle competenze psicomotorie, una grande variabilità individuale per cui la finestra temporale si può espandere tra il decimo e il diciottesimo mese di vita del bambino.

Quando il bambino supera i 18 mesi senza camminare è bene parlarne con il proprio Pediatra.

Cosa devo fare per insegnare al bambino a camminare?

Niente. O meglio…quasi niente. Non si insegna al bambino a camminare, bensì si mette nelle condizioni di poterlo fare.

È importante creare un ambiente a misura di bambino, dove possa esplorare in libertà e in sicurezza, avendo a disposizione sostegni (il divano, un tavolino, un mobile, etc.) a cui possa aggrapparsi, iniziare a mettersi in piedi e camminare in “navigazione costiera”, ovvero lateralmente con le mani attaccate.

Devo comprare il girello?

Entrando in un negozio per la prima infanzia è impossibile non essere catturati dai girelli. Colorati, musicali, apparentemente così sicuri.

In realtà l’utilizzo del girello può ostacolare o comunque rallentare l’acquisizione del cammino, in quanto non permette al piccolo di sperimentare e di sviluppare in maniera armonica le competenze e le abilità che gli permettono il raggiungimento dell’autonomia. Il bambino nel girello non ha la possibilità di sviluppare le reazioni di equilibrio, non può raggiungere i giochi o gli oggetti di interesse (per la presenza del tavolino), non è libero di cambiare in maniera autonoma la sua posizione nello spazio o la modalità di spostamento.

L’utilizzo del girello, come quello di altri supporti simili, può provocare vizi posturali e andature anomale e scorrette, come ad esempio il cammino sulle punte. Infine, contrariamente a quanto si possa pensare, non è uno strumento sicuro. Uno studio americano ha infatti dimostrato come l’elevato numero di incidenti domestici fosse correlato all’utilizzo di questo supporto, così in alcuni paesi ne è stata addirittura vietata la vendita.

Queste considerazioni possono essere ricondotte anche ad altri sistemi, come le “bretelle primi passi”, o all’atteggiamento comune da parte dell’adulto di sostenere il bambino dalle braccia e tenerlo in piedi. Così facendo, infatti, si sollecitano precocemente delle strutture che sono ancora immature e si influenza negativamente lo sviluppo psicomotorio del bambino.

Quali scarpe devo comprare e quando?

Quando il bambino inizia a camminare non ha bisogno di alcuna scarpa, anzi, ha bisogno di stare scalzo. Il piede necessita di ricevere il più possibile le informazioni che le diverse superfici possono offrire.

Le scarpe possono essere utilizzate nel momento in cui il bambino ha raggiunto una tale sicurezza nel cammino da permettergli di essere autonomo anche fuori casa. Una volta raggiunta questa fase si possono ricercare delle scarpe leggere di peso, di forma neutra, con suola morbida e flessibile per facilitare la stabilità e l’equilibrio anche su terreni disconnessi.

È normale che il piede sia piatto?

Si, il piede del bambino fino ai 4 anni è fisiologicamente piatto, con le caviglie rivolte verso l’interno.

Inoltre, per almeno i primi due anni di vita, o comunque per il primo anno dopo l’inizio del cammino, i piedi possono avere un appoggio anomalo e la camminata può risultare incerta.

Queste anomalie sono del tutto fisiologiche e si modificheranno nel tempo con il progressivo miglioramento dell’equilibrio, della postura e dell’andatura del bambino.

Fonti

American Academy of Pediatrics (AAP)

Pediatrics

UPPA

Fisioterapista
Fisioterapista da 12 anni, specializzata in area pediatrica da 9, mamma da 3.
Ho lavorato in Italia presso la Fondazione don Carlo Gnocchi e La Nostra Famiglia di Bosisio Parini e collaborato con l’ONG della Fondazione Don Gnocchi nell’ambito del progetto Rwanda.
Attualmente collabora presso il Centro Pediatrico del Mendrisiotto.

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