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Tecnologia e ambiente

La fisica dei sentimenti

La fisica dei sentimenti

Potremo un giorno curarci con la corrente elettrica? Per ora è possibile fare diagnosi.

La TAC e la Risonanza Magnetica sono due strumenti che misurano, senza toccarci direttamente, le onde emesse dal nostro corpo. Anche i nostri sentimenti hanno delle vibrazioni specifiche, sentirsi in sintonia con qualcuno non è solo un modo di dire metaforico e presto nuove tecnologie saranno in grado di riaccordarci sulle frequenze della salute e del buonumore.

Possiamo curarci con la corrente elettrica?

Nel 1820 un farmacista danese, Hans Christian Orsted, scoprì che avvicinando una bussola ad un filo attraverso il quale passava della corrente la bussola cambiava orientamento. Aveva scoperto che la corrente elettrica genera campi elettromagnetici. Erano gli anni dell’elettricità: Ampere, Faraday, Lorentz, Maxwell scoprirono e spiegarono le leggi dell’elettromagnetismo.

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Un cinquantina d’anni prima un fisico bolognese fece un’altra scoperta molto interessante: se si faceva passare della corrente elettrica nel corpo di una rana morta questa muoveva le gambe. Il fisico era Luigi Galvani e i suoi studi stimolarono la fantasia di Mary Shelley nella scrittura del famoso Frankestine.

In quel periodo la medicina stava indirizzandosi verso la fisica. Si era addirittura convinti di poter riportare in vita le persone attraverso la corrente elettrica e quelle misteriose forze dell’elettromagnetismo.

Anche per la chimica erano anni d’oro, nel 1853 Charles Friedric Gerhardt sintetizzò per la prima volta l’acido salicilico, già noto per le sue proprietà terapeutiche e nel 1897 Felix Hoffman perfezionò il procedimento e sintetizzò l’acido acetil-salicilico, una formula che migliorava le proprietà dell’acido salicilico diminuendone gli effetti collaterali. Stiamo parlando dell’Aspirina. Era uno dei primi farmaci non naturale ma sintetizzato dall’uomo. Si aprivano le porte al successo delle aziende farmaceutiche e la via della chimica, molto più facile da monetizzare, fece dimenticare a lungo la via della fisica applicata alla salute.

Ormai è noto a tutti che ogni secondo avvengono migliaia di reazioni chimiche nel nostro corpo, spesso però ci dimentichiamo che proprio collegate a queste reazioni chimiche ogni istante si producono e propagano nel nostro organismo correnti elettriche e quindi per il principio di Orsted produciamo campi elettromagnetici. Non a caso a partire dalla seconda metà del ‘900 presero piede strumenti come l’elettrocardiogramma, l’elettroencefalogramma e poi strumenti ancora più complessi come la TAC e la risonanza magnetica. Di chimica non c’è traccia. Queste strumentazioni riescono a interpretare il nostro stato di salute semplicemente analizzando le caratteristiche dei campi elettromagnetici del nostro corpo. L’elettroencefalogramma rileva che ad ogni pensiero, ad ogni emozione non solo produciamo delle reazioni chimiche ma anche degli specifici campi che si estendono nello spazio intorno a noi. Del resto anche l’usatissimo elettrocardiogramma è una macchina che misura qualcosa che si propaga al di là dei confini della pelle e senza toccarci ci fornisce una diagnosi.

Se ci pensiamo bene le basi scientifiche per arrivare a queste applicazioni c’erano già 200 anni fa ma sono state a lungo ignorate dalla scienza. Se guardate il piano di studio di un medico troverete ancora ben poco di fisica.

La sfida dei prossimi anni sarà portare a disposizione delle persone i benefici che i principi dell’elettromagnetismo nella diagnosi e nella terapia.

Dalla ricerca aereospaziale stanno così arrivando delle prime rivoluzionarie applicazioni di questi principi della fisica. Pensate alla stazione aereospaziale: si è in contatto solo tramite onde radio. Se durante i 6 mesi di missione un astronauta si sentisse male sarebbe a rischio l’intera missione, e non è possibile inviare in orbita medico o dei farmaci per curare l’astronauta. Si è allora dovuto studiare un nuovo approccio ed è stato un successo che ha già ricadute importanti nella vita di tutti i giorni. Stiamo assistendo ad un radicale cambiamento della medicina: il passaggio dalla chimica alla fisica.

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