Castighi e punizioni un tempo venivano usati come momento di crescita dei bambini, che prendevano così coscienza delle proprie azioni e dei propri errori. Oggigiorno il ruolo e l’efficacia delle punizioni è cambiato, vediamo come.
La punizione: cos’è e come funziona
La punizione è un metodo, un intervento educativo di correzione nei confronti del bambino basato sull’applicazione di un castigo (una pena) da parte di figure autorevoli come i genitori o i docenti.
Si può punire il bambino per diverse ragioni: disubbidienza, parolacce o linguaggio scurrile, bugie, violenza…
E lo si fa privandolo di qualcosa a cui tiene in modo particolare.
Diverse modalità di punizione
Sono diverse le modalità con cui si può punire un bambino:
- Sculacciate
- Isolamento, generalmente lo si manda nella propria camera a “sbollire”
- Privazione di un pasto, che sia il pranzo o la cena, non è nuova la frase “vai a letto senza cena!”
- Rimprovero con toni duri
- Coinvolgimento in attività che non ama fare
Punire oggi
Ogni singolo caso è a sé e le eccezioni non mancano, tuttavia oggigiorno l’intero sistema di punizioni è cambiato. Se in passato si era più severi e repressivi, oggi la tendenza è quella di modalità più morbide.
Non solo, pare che al giorno d’oggi le punizioni siano meno efficaci che in passato.
L’opinione pubblica è divisa a metà, tra i sostenitori delle punizioni e coloro che non le ritengono un efficace strumento educativo.
Perché punire ha perso la sua efficacia: studi a supporto
Secondo recenti studi sembra che le punizioni, una volta ricevute, inducano il bambino a fare le cose di nascosto e dire più bugie. Questo per timore che i genitori possano metterli in castigo. Perdono così la loro efficacia iniziale.
Come possono reagire i bambini alle punizioni
Ogni bambino reagisce a suo modo alle punizioni, tuttavia si possono identificare dei tratti comuni:
- Senso di colpa e insicurezza: il bambino può veder diminuita la propria autostima e sentirsi insicuro,
- Aggressività: se si sente ferito, il bambino potrebbe trasformare la propria insicurezza in rancore verso l’adulto e, in alcuni casi, diventare aggressivo,
- Perseveranza nell’errore: se non comprende le motivazioni alla base della punizione, potrebbe continuare con l’attività per cui è stato sgridato,
- Solitudine e smarrimento: il piccolo può sentirsi solo o tradito da chi gli vuole bene
Alternative alla punizione
La formula vincente per educare i più piccoli non esiste. Ma esistono delle alternative educative alle punizioni per cui il bambino deve imparare a ragionare in modo critico su quello che ha fatto.
Se si è comportato in modo sbagliato, l’adulto deve farlo notare al bambino in modo che possa riflettere sull’errore commesso.
A tal proposito è importante instaurare un rapporto di fiducia con il piccolo, affinché ascolti e comprenda i motivi del perché l’adulto lo ha sgridato.
Cosa non deve mancare:
- Ascolto reciproco
- Analisi delle cause e delle possibili conseguenze delle azioni
- Comprensione
- Applicazione di buone pratiche
Sono questi degli elementi alla base di una crescita equilibrata, per diventare un adulto aperto al confronto e all’autocritica.
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